Tavolini a capretta. Arte povera ma ricca di fascino e memoria

Coppia di tavolini a capretta – Italia centrale, seconda metà del Settecento

Nelle case rurali e nelle fattorie della seconda metà del Settecento, in Italia centrale, non c’era spazio per mobili superflui: ogni oggetto doveva essere utile, resistente, pronto a servire in più occasioni. È in questo contesto che nascono i cosiddetti tavolini “a capretta”, piccoli arredi multiuso, costruiti in legno di abete con un piano semplice e un cassetto capiente.

Li si trovava vicino al focolare, usati per appoggiare stoviglie o la cesta con la legna; in cucina, per sgranare legumi o mondare le verdure; in camera, come base per una brocca d’acqua o per riporre piccoli effetti personali. Spesso servivano anche nei lavori domestici e agricoli più minuti, veri compagni operosi della vita contadina.

La coppia qui proposta conserva tutto questo spirito originario: due esemplari autentici del XVIII secolo, provenienti dall’Italia centrale, consolidati e restaurati con cura, puliti e trattati a cera, pronti a tornare in uso senza perdere la loro autenticità.

Oggi sono arredi duttili che si inseriscono con naturalezza negli spazi contemporanei: come comodini accanto a un letto, perfetti sia in un ambiente essenziale e minimal, sia in un contesto shabby chic; come tavolini da appoggio vicini a una poltrona o a un seggiolone impagliato; accanto a un camino, a fianco di un divano, o come piccole basi per una lampada o un vaso di fiori.

Il loro valore non sta nella ricercatezza formale, ma nella forza della loro umiltà: mobili nati per il lavoro quotidiano, che oggi diventano elementi di carattere, capaci di portare nelle case attuali il calore di un mondo operoso e sincero.

 

  • Materiale: Legni massello di pino e abete
  • Condizione: Restaurato
  • Epoca: Seconda metà del '700
  • Stato: Ottime condizioni

CUP G79J20003880007